Nel commentare la partita forse andrò contro corrente, ma tant'è...
La prima cosa che mi sento di sottolineare è il grande atteggiamento del Milan! La conduzione della gara è stata eccellente. Ottimo Allegri: davvero un ottimo tecnico.
Il Milan non si piange addosso, ma le premesse avrebbero giustificato del pessimismo latente, una sorta di rassegnazione alla lotta per il secondo posto nel girone di Champions League. Invece, la mentalità è quella giusta.
La prima cosa che mi sento di sottolineare è il grande atteggiamento del Milan! La conduzione della gara è stata eccellente. Ottimo Allegri: davvero un ottimo tecnico.
Il Milan non si piange addosso, ma le premesse avrebbero giustificato del pessimismo latente, una sorta di rassegnazione alla lotta per il secondo posto nel girone di Champions League. Invece, la mentalità è quella giusta.
Iniziamo a descrivere l'ambiente: si gioca al Camp Nou contro la squadra più forte al mondo, ove neanche il Real Madrid di Mourinho e Cristiano Ronaldo hanno subito lezioni di calcio con bacchettate sulle orecchie, senza che le ripetizioni abbiano sortito effetto; i rossoneri si avvicinano alla gara sapendo di non poter contare su pieno contributo di Ibrahimovic, Robinho, Taiwo, Flamini, e l'esperienza di Gattuso e Inzaghi. Boateng gioca solo mezz'ora, in campo c'è Nocerino, volenteroso e abile guerriero, senza però grande esperienza internazionale, Cassano, il quale sta giocando oltre il suo limite di condizione, Nesta che viene da un periodo difficile. Il Milan in generale non è atleticamente al massimo della forma, e si vede.
Pronti, via. Pato illumina la notte di Champions League con un gol mostruoso per pensiero, tecnica, velocità, esecuzione. Sfida da solo tutta la difesa del Barça colpendola a freddo. Vendendolo una, due, cinque, dieci volte, sembra di osservare il gesto tecnico più facile del mondo, solo perché è reso tale dalla grandezza della giocata e dalla naturalezza con la quale è eseguita.
La parte eccellente è rappresentata dalla compattezza dalla squadra. Nessun nervosismo. Pochi falli. Il comandante ha ordinato di non girare a vuoto inseguendo la palla e coprire le linee di passaggio con attenzione, disciplina e calma. Questa la fase difensiva. Davanti si sarebbe dovuto appoggiare il gioco su Seedorf e Cassano per provare a lanciare Pato nell'uno contro tutti.
Il Milan gioca conscio dei proprio limiti, della differenza delle caratteristiche in campo, ma anche con il blasone che la sua maglia riveste.
Abate, Nesta e Thiago Silva interpretano la partita in modo eccellente e difendono molto bene. I loro gesti in campo, i loro interventi dimostrano sicurezza e presenza. Messi sfugge a tutti una sola volta, perché è veloce, troppo veloce quando è lanciato verso la rete, è tecnico, forte, è il numero uno, è Messi. Facile per Pedro insaccare a porta vuota, mentre alle sue spalle Zambrotta pensa al perché non l'ha seguito anche se la palla pareva recuperata dai compagni di reparto. I punti deboli del Milan sono due: l'incapacità di Cassano e Seedorf di tenere viva la palle per impostare la fase offensiva e i limiti di Ambrosini che rispetto a Boateng non ha la tecnica e la forza per difendere il pallone e rilanciare l'azione. Proprio il barese e il capitano sono a mio parere i peggiori tra i rossoneri. Seedorf invece giocato trenta minuti di alto livello, per poi spegnersi a causa della limitata autonomia atletica.
Nel secondo tempo un fallo ingenuo di Cassano sull'uomo nero Busquets, quello del lavoro sporco, a volte molto sporco, permette a Villa di mostrare alla platea come si disegna nel cielo una linea imprendibile, che parte dal prato verde esterno all'area di rigore e finisce sotto l'angolo retto della porta avversaria. Due a uno. La partita sembra segnata, il Milan da qualche cenno di sconforto. Solo Abate e Noicerio, straordinario corridore, hanno un moto di orgoglio nel finale e provano con la loro energia a spingere la squadra in avanti. Proprio da una iniziativa di Nocerio nel recupero nasce il contrasto che porta il Milan a giocare l'ultimo pallone nell'area di rigore del Barça. Ancelotti da studio profetizza. Seedoft batte il calcio d'angolo alto e testo. Thiago Silva si auto incorona Re dell'aria e sovrasta tre azulgrana, colpendo di testa e spingendo la palla in rete alle spalle di Valdes. È pareggio. Un pari che conferma la bontà del lavoro svolto, che dona morale e ricarica di energia una squadra tecnicamente forse non all’altezza delle migliori in Europa, ma che con l’intensità e l’applicazione può far male. Un pari che vale una vittoria.
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