mercoledì 21 settembre 2011

Moratti, Branca, Ausilio e il triangolo delle Bermuda



Filmografia, veri o presunti tali scoop giornalistici, scomparse misteriose, articoli scritti ad arte per attirare i curiosi, racconti di piloti: tutto è servito per alimentare il mito del triangolo delle Bermuda, un tratto di mare a sud est della Florida. Un mito ieri, ora una leggenda sbiadita.
Ma dove media e fantasia hanno fallito, il presidente Moratti, i suoi collaboratori Branca e Ausilio, hanno avuto successo, riuscendo a far sparire qualcosa: l'Inter.



La squadra nerazzurra osservata a Novara non è una squadra.

I giocatori sono apparsi smarriti e svuotati, con poche idee, confuse. "Gasperini non ha in mano la squadra" tuonavano dalla tribuna. Probabilmente é vero, ma questa non è la squadra di Gasperini, né la squadra per Gasperini. La domanda corretta da porsi è: "Chi ha scelto questo tecnico? Chi, dopo questa decisione, ha valutato la rosa a disposizione e non ha inserito le pedine necessarie nello scacchiere nerazzurro?" Con i soli pedoni a difendere il Re, per continuare la metafora, lo scacco è a poche mosse.

La verità è che l’Inter è tornata la solita Inter, squadra che vive sulle intuizioni dei suoi vertici. Per la serie: “La risposta è dentro di te, però è sbagliata”. Questa dirigenza purtroppo è incapace di dar vita a un progetto a largo respiro e farlo crescere nei modi e tempi necessari.

Questa Inter è stata prima svuotata delle energie emotive e fisiche dalla gestione Mourinho, poi indebolita dalla scelta presidenziale di essere oltremodo riconoscente con giocatori a fine carriera, infine non si è pianificata la costruzione di una nuova Inter investendo su giocatori veramente validi e non su mezze figure. Il risultato è questo: una squadra composta da giovani spesati e senza la necessaria qualità e uomini a fine corsa, senza la reale volontà di rimettersi in gioco, sostenendo il progetto dell’allenatore.

Errore gravi sono stati fatti nella costruzione della squadra, nella sua conduzione societaria, nella scelta del tecnico e nell’esautorarlo al primo errore mezzo stampa. Infine le scelte tecniche di Gasperini, la sua testardaggine o la poca esperienza nella gestione di una squadra di alto livello come l’Inter, hanno spinto al di là del limite ciò che era pericolosamente in bilico. Troppi errori. Troppa approssimazione. Il re nudo, di nuovo.

Purtroppo sarà il solo Gasperini a pagare le conseguenze di errori non solo suoi. Questa squadra farà ancora tanta fatica se l’intento sarà quello di trovare un nuovo motivatore. È necessario capire onestamente i limiti fisici e tattici di questa squadra e permettergli di esprimersi al trotto, per raggiungere traguardi minimi, mentre si dovrebbe lavorare da subito a un profondo rinnovamento, che deve riguardare tutti i dirigenti che hanno dimostrato la lungimiranza di un muflone. Tra questi il primo è proprio il Presidente, ma purtroppo per i tifosi dell’Inter, penso sia impossibile che Massimo Moratti si esoneri, d’altronde lui Recoba lo avrebbe sempre messo in campo.



Chiosa. In questo momento Moratti medita sul da farsi: ovvero sfoglia la margherita dei successori di Gasperini. Il vero smacco sarebbe vedere Ranieri sedersi sulla panchina interista, quella panchina che fu di Mourinho. Personalmente consiglierei Orrico come traghettatore, in attesa di Pioli. Successivamente adotterei la soluzione interna Beppe Baresi. Per ritrovare l'Inter - quella vera - non penso sia necessario ritoccare la rosa, Castagnois, Obi e Alvarez possono portare l'eredità di Macellari, Gresko e Rambert.

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